L’anima e l’animus

 Anima è la controparte sessuale dell’Io, l’archetipo anima-animus si realizza come anima nell’uomo e animus nella donna. Questo introduce il principio fondamentale che la psiche è androgina e che la consapevolezza di quest’androginia psichica è un passo fondamentale per arrivare alla Grande Opera, cioè la coincidentia oppositorum. L’androgino è infatti il simbolo che rappresenta la metafora esoterica della necessità dell’essere umano di ricostituire l’unità della sua personalità scissa, che è un nuovo elemento di progressione nell’individuazione (cioè quel processo che porta alla non divisione), il termine psicologico a cui gli alchimisti preferivano la parola “conoscenza aurea”. Il Rebis che l’Io può realizzare riunendosi all’anima o all’animus (nel caso di una donna), non è però una mostruosità, ma è quella res-bis, cosa doppia, in cui il maschile e il femminile sono compresenti nello stesso essere e si esaltano a vicenda, mantenendo il contrasto e non neutralizzandosi. Dobbiamo ricordare che l’androgino non è mai il neutro, una figura priva di attributi sessuali, ma ha entrambi gli attributi sessuali: questo a beneficio del fatto che sebbene nella nostra società la distinzione tra i generi sessuali tenda a sfumarsi, il fatto può essere visto come positivo solamente se la distinzione tra generi siano più sfumati e meno netti, più valicabili. Fenomeni come transessualità e transgenderismo, in un’ottica del genere non possono essere visti in alcun modo come una neutralizzazione dei sessi, al contrario piuttosto come una neutralizzazione dei confini tra i sessi. Un transessuale accentua la sua femminilità, più che annullare la sua mascolinità, fino a farla prevalere.

L’archetipo dell’anima ci parla del mistero dell’androginia psichica e quindi della capacità della psiche di esperire entrambi i generi sessuali indipendentemente da quello biologico. In una società che per lungo tempo ha categorizzato il genere biologico imponendogli precisi modelli di comportamento, l’anima si è trovata ad estraniarsi. La stessa cosa è accaduta nella donna. Nel sessismo imperante da millenni, l’anima è stata la grande avversaria interiore della mascolinità esteriore e viceversa. Quante volte si vedono crollare uomini rudi che hanno spostato montagne di fronte alla più piccola delle difficoltà. Oppure uomini equilibrati e di fama diventare delle isteriche nella vita domestica. Jung diceva una cosa molto interessante: per conoscere l’anima di un uomo chiedete a sua moglie.

Che cos’è quindi questo archetipo? In ciascuno esso rappresenta la porta di accesso dell’Io all’inconscio. L’anima nell’uomo e l’animus nella donna si oppongono dialetticamente alla Persona, all’immagine che diamo di noi rispetto al mondo esterno, la maschera che indossiamo nei nostri rapporti e che media il contatto del nostro Io con l’ambiente.

L’anima è capricciosa, sensibile e persino gelosa. Tutte le volte che prestiamo eccessiva attenzione al mondo esterno, dedicandoci esclusivamente alla nostra immagine esteriore, essa reclama le sue attenzioni, come un’amante gelosa. L’Anima è tuttavia colei che spinge l’Io alla conquista. Nella leggenda è Eva che conduce Adamo fuori dal Paradiso terrestre e lo porta in una dimensione temporale dove il suo Io potrà evolvere, talvolta è una Dea che accompagna l’eroe nelle sue traversie, altre volte è un essere spaventoso quando si trova alleata con l’Ombra.

Rispetto alle quattro funzioni in cui si esprime l’Io attraverso la Persona e con cui l’Io coglie l’ambiente, dialogicamente pensiero-sentimento, sensazione-intuizione, l’Io si relaziona all’anima attraverso la funzione inferiore. Se coscientemente io esprimo la funzione del pensiero, la funzione inferiore sarà il sentimento e viceversa. Questo sentimento sarà però una funzione animica e in quanto tale elementare. Esso si manifesterà nel modo in cui un tipo di pensiero, quindi con una funzione inferiore di sentimento, come potrebbe essere uno scienziato, si attacca ad una sua teoria e non vuole abbandonarla: un sentimento elementare, capriccioso appunto. Tanto più capriccioso quanto più la Persona sarà grandiosa.

Come tutti gli archetipi anche l’Anima può essere proiettata: solitamente sarà la donna di cui ci si innamora, la perfetta proiezione di questo archetipo, oppure l’amica che ci conduce e che è nostra alleata.

L’animus condivide a livello di funzioni le stesse caratteristiche dell’anima, tuttavia se l’anima nell’uomo è “singolare”, l’animus è plurale. E’ solitamente il consesso di giudici,una sorta di Super-Io  per tracciare un parallelo con la psicanalisi. La sua figura è altrettanto numinosa perchè si pone come guida spesso insindacabile che viene proiettata sull’uomo, in questa condizione, in tutte quelle donne che dipendono strettamente dal giudizio stesso di un uomo o più in generale dal giudizio di qualcuno. Separate dal loro animus hanno bisogno di proiettarlo per sentirlo “parlare”.

antonio capriglia
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